venerdì 22 settembre 2006

Proteggiamo Maria



...Un giorno una bambina bussa alle porte di casa nostra chiedendo ospitalità e protezione. La piccola ha dieci anni, è un orfana ospite in un orfanotrofio, e racconta alla famiglia ospitante che in quella presunta casa d?accoglienza, è stata violentata e picchiata. Cosa dovrebbero fare allora le persone che la ospitano? Tacere e riconsegnare la bambina agli aguzzini, oppure proteggerla e fare il possibile per tenerla distante da quel lagher, visto che la piccola ha dichiarato che in caso di ritorno, non avrebbe esistato a togliersi la vita?
Se la bambina fosse italiana la soluzione sarebbe semplice, ma il caso di Maria (nome di fantasia) è diverso, perchè lei è Bielorussa.
I genitori affidadatari quando hanno capito che quanto narrava la piccola corrispondeva alla verità, non hanno esitito a darle protezione, portandola in una casa sicura, ma le leggi ed il diritto internazionale, sono ben diverse dalle leggi umane dell?amore e della comprensione, e ora allo stato attuale la magistraura italiana potrebbe procedere nei loro confronti per sottrazione di minore, mentre l?ambasciatore Bielorusso, parla ormai di sequestro di persona
La Bielorussia reclama la bambina, la reclama come fosse un oggetto di proprietà statale, calpestando il diritto individuale della piccola di vivere un?esistenza serena e tranquilla, lontano dalla violenza e dai sopprusi, e l?Italia come sempre si divide in due. Si divide accusando i genitori affidatari di non aver rispettato la legge, colpevoli di non aver chiuso il cuore innanzi alla sofferenza, colpevoli d?aver dato amore e dignità alla dignità umana calpestata e infangata.
Da giorni è iniziata una campagna contro la coppia, rea con il suo gesto sconsierato d?aver messso a rischio le relazioni internazioanli, le adozioni e i viaggi della speranza che i piccoli bielorussi fanno in Italia per alleviare le sofferenze di Chernobyl. Anni di ottime relazioni bilaterali sono in pericolo, sono appese ad un filo. E tutto per cosa? Per una sola bambina che non vuole vivere nel terrore, tutto perché una ragazzina senza nè madre e nè padre vorrebbe vivere un esistenza normale, ma che ha la sfortuna di non avere un passaporto italiano?
Questo per le leggi della diplomazina è inacettabile. Questo frugoletto colpevole di parlare di dolore e violenze sta compromettendo i rapporti tra gli Stati. Ma cosa vuole questa qui? Libertà? Serenità? Assurdo, sta chiedendo l?impossibile, sta chiedendo quello che tanti bambini oppressi nel mondo vorrebbero per se stessi: la possibilità di godere della loro infanzia,di perdersi nei giochi, ricchi o poveri che siano, ma le norme del diritto internazionale devono andare oltre a queste squallide e banali richieste. Gli stati e la politica volano alto, troppo in alto per i comuni mortali, per il volgo che deve tacere e che non deve sollevare il capo.
Maria ha alzato la testa, i genitori affidatari hanno fatto lo stesso, e con loro quanti si sono schierati in questa nobile causa, e ora rischiano conseguenze civili e penali per il loro gesto di protezione.
La bambina a chi appartiene? A se stessa anche se minore, oppure allo Stato Bielorusso? Se questa vicenda non si concluderà in modo favorevole, la Bielorussia bloccherà cinquecento adozioni internazionali verso l?Italia, e i viaggi dei loro bambini nel nostro paese? Ottimo! Bambini usati come merce di scambio, come rappresaglia politica. Ridateci il nostro oggetto, oppure noi non vi invieremo più altri oggetti, affinchè le vostre famiglie senza figli possano godersi il piacere di una genitorialità surrogata! Sembra essere l?invito velato rivolto alle autorità italiane.
Se si vuole essere cinici al massimo, tutto questo sta dimostrando la debolezza delle istituzioni italiane nel proteggere gli innocenti, non importa di che Stato, ma finchè la piccola è nel suolo italiano Maria deve essere tutelata dal paese che ha deciso d?ospitarla, curarla nel miglior modo possibile, affinchè poi possa scegliere libera da condizionamenti, se tornare in patria oppure no.
Ci troviamo nella situazione paradossale che il clandestino povero, con il foglio di via obbligatorio, può tranquillamente rimanre nel paese, mentre una bambina, che stando ai referti medici, risulta malata deve essere riconsegnata a forza al proprio paese d?origine(1).
Se questa la chiamiamo giustizia,deve essere conforme non solo della legge dello stato, ma umana, rispettosa della DichiarazioneUuniversale del Diritto del fanciullo (2) (ONU 1959) che al secondo principio recita: il fanciullo deve beneficiare di una speciale protezione e godere di possibilità e facilitazioni, in base alla legge e ad altri provvedimenti, in modo da essere in grado di crescere in modo sano e normale sul piano fisico intellettuale morale spirituale e sociale in condizioni di libertà e di dignità. Nell'adozione delle leggi rivolte a tal fine la considerazione determinante deve essere del fanciullo. Mentre l?articolo 12 comma 1 e 2 della Convenzione sui diritti del fanciullo di New York 1989 (3), ratificata dal governo italiano con la Legge 27 maggio 1991 n. 176, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 giugno 1991, n. 135, recita quanto segue: 1 Gli Stati Parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.
2 A tal fine, si darà in particolare al fanciullo la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo concerne, sia direttamente, sia tramite un rappresentante o un organo appropriato, in maniera compatibile con le regole di procedura della legislazione nazionale.
Sarebbe paradossale, che una nazione come l?italia, che manda operatori sociali e umanitari nelle zone più disagiate del pianeta, fa operazioni di pace nei teatri di guerra, e desidera avere un ruolo di primo piano nel panorama internazionale, non avesse nè la forza, nè il coraggio di proteggere una minore, ma che sia costretta a piegare il capo, sotto la spinta delle di uno Stato che dopo aver inviato un suo piccolo cittadino a curarsi e e alleviato dalle sofferenze che vive nel suo paese, all?atto della ?scoperta? di altri dolori ben più gravi e profondi di quanto ufficialmente dichiarato, nè chieda la restituzione come un pacco postale inviato per errore.
L?errore giunti questo punto, potrebbe essere proprio la restituzione di quello che da troppi forse, è considerato un semplice pacco di carne.

Chi salva una vita umana salva il mondo intero



1 http://www.stranieriinitalia.it/news/cassazione19set2006.htm
2 http://www.portaledibioetica.it/documenti/000316/000316.htm
3 http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/ratifica176_91.html#ART12

Marco Bazzato
22.09.2006

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