martedì 19 novembre 2013
Terra dei fuochi. Perchè si dovrebbero acquistare agroalimentare campano?
A scanso di equivoci, va detto che la colpa dello scempio della Terra dei
fuochi è anche stata causata anche dalla
grande industria e dall’imprenditoria del Nord Italia, partendo da Lombarida,
Piemonte, Veneto, e via via a discendere, che
hanno scelto i servizi della camorra, più economici, rispetto allo
smaltimento legale dei rifiuti industriali, come morchie, vernici, prodotti
chimici, scarti di lavorazione e quant’altro, che hanno ridotto la Campania in
un immenso immondezzaio, dove però il detto: tutti colpevoli, nessun colpevole,
come sovente avviene in Italia, ma non solo, deve costringuere la parte sana
degli italiani, del nord, del centro, del sud, delle isole e anche dei paesi
stranieri, a non acquistare prodotti
agricoli,come frutta e verduta, lavorati
e non, provenienti dalla famigerata Terra dei fuochi e/o dal resto della
Campania.
Ora, ben sapenedo che nella Terra dei Fuochi e in acune altre zone della
Campania, da decenni, l’incidenza dei tumori è più alta rispetto che in altre
zone d’Italia, anche se la regione non si è mai attivata per far partire il
registro regionale delle malattie neoplastiche, i cittadini “stranieri”, ossia
delle altre regioni italiane, hanno il diritto di chiedersi, se, nonostante
tutti i controlli e certificazioni, sia ancora il caso di continuare ad “importare” dalla Campania, nel
resto d’Italia e all’estero, i loro
prodotti agricoli, provenienti dalle zone contaminate.
Certo, in teoria nulla da obbiettare
sui controlli a monte sia da parte delle aziende produttrici stesse, sia degli
organi preposti alla sorveglianza, ma... Ma prevenire oggi è meglio che curare
e quindi la prima prevenzione per la propria salute e per quella dei propri cari
deve essere effettuata dai consumatori finali, i quali, in virtù del diritto di
precauzionalità, dovrebbero liberamente scegliere di non acquistare alcun tipo
di prodotto agroalimentare prodotto in Campania.
Ora chiaramente i campani potrebbero, a ragione, risentirsi per queste
parole, però, il senso di responsabilità individuale di ogni singolo
consumatore, che ha cuore, in modo egoisticamente positivo, la propria salute
stesso e suoi affetti, deve essere più
forte negli italiani, rispetto al diritto al lavoro o al consumo di prodotti
campani, provenienti dalla Terra dei Fuochi
e non, da parte dei consumatori, i quali con una decisone scevra da ogni paura
e pregiudizio, tutelerebbero l’eventuale rischio di patologie neoplastiche
collegate al consumo di prodotti ortofruttiloli, forse provenienti da terreni
in cui, non lo è dato da sapere ufficialmente, potrebbero nascondersi rifiguti
tossici e nocivi.
Sono decenni che la camorrra e il nord Italia, ma non solo hanno
letteralemnte pasteggiato con la
Campania e la politica, comunale, provinciale, regionale e nazionale
hanno sempre girato la testa dall’altra parte, facendo finta di non vedere
quanto stava avvenendo, tanto più che ora sembrerebbe che lacamorra e tanti cittadini
diversamente onesti, dopo aver pasteggiato con lo sversamento di rifiuti
tossici e scarichi industriali e non, ora si appresti a mettere le mani sul
ricco boccone delle bonfiche ambientali, , guadagnadoci due volte.
Ed è alla luce di tutto ciò che i cittadini onesti d’Italia e anche gli
italiani all’estero e gli stessi “importatori! nelle loro rispettive regioni o
Paesi, dovrebbero, anche se hanno tutte le rassicurazioni sanitarie, non acquistare
pprodotti campani, non come forma di boicottaggio, ma a scopo precauzionale e
preventivo, come un attacco preventivo e di protesta, contro i danni causati
dalla criminialità organizzata, criminalità poolitica compresa, dove ogni
singolo consumatore, egoisticamente,
anche se situazione di sicurezza
formale, ha il diritto/dovere di muoversi a tutela personale del proprio
benessere e a tutela preventiva della propria salute.
Paradossalmente il modo migliore per aiutare la Campania stessa potrebbe
essere quella di stabilire un cordone sanitario di non acquisto dei loro
prodotti agroalimentari, non operato dalle istituzioni, ma dai cittadini, che
non acquistando l’agroalimentare campano, costringerebberero i commercianti
all’ingrosso e al dettaglio alla sospensione degli approvigionamenti, almeno
fino a quando lo Stato e la regione non avranno fatto il loro dovere, bonificare
il territorio, utilizzando aziende che nemmeno lontanamente devono essere in
odore di camorra, mafia ndrangheta, stidda o sacra corona unita, tanto per
nominarle tutte e non fare un torto a nessuno.
Certo, fino a quando tutti i terreni non saranno bonificati, ci potrebbe
essere un’ennesima emorraggia di posti di lavoro, ma l’Italia nel suo insieme è
così malmessa a livello occupaziononale che a che se venissero espulsi dal mercato campano mezzo milione di
lavoratori, tra contadadini, braccianti lavorazoni di prodotti agroalimentari e
indotto, lo stivale potrebbe reggere il colpo, potrebbero causare scontri di
disordini di piazza, ma le forze
politiche non potrebbero incolpare il
libero arbitrio dei cittadini che non acquistano agroalimentare campano,perchè
a questa classe politica anche quando ha i candelotti di dinamite infilati nel
buco culo, la miccia accesa pronta ad espolodere, preferisce attendere che ci
scappi il morto, non per cancro, quelli non fanno testo, ma scontri di piazza,,
atti vandalici e cariche di contenimento delle forze dell’ordine contro l’ultima ruota del carro bucato, i cittadini
che indegnamente protestano contro la politica.
I cittadini onesti dovrebberro andare in nella dispensa, vedere se hanno
ortofrtutta campana e porsi la domanda:
«ma questa che arriva da quelle zone, come posso avere la certezza
assoluta che non mi provochi un cancro? Devo fidarmi di uno Stato o degli
organi di conrollo che per decenni hanno ignorato il problema?»
Il cittadino attento alla prorpia salute è ora che si trasformi in un
farmaco chemioterapico, e che inizi ad ad attaccare il male alla radice,
distruggendo, ossia non cosnumando prodotti provenienti da una regione
diversamente sana, e come ogni farmaco chemioterapico che si rispetti, non deve
fare prigionieri, deve attaccare, attaccare, attaccare il male alla radice, non
importa se dietro di se lascierà macerie morte e desolazione.
Per chi si indigna...ricordiamoci che lo Stato, tramite le sue partecipate,
una fra tutte l’Agip (1),
quello che permette di fare alla camorra in Campania, lo lascia fare ad una sua
partecipata in Nigeria, per questo lo Stato stesso all’atto pratico non ha
interesse a tutelare i campani...se ne fotte bellamente di loro e uqindi
perchè, se lo Stato e assente, perchè dovrebbero essere gli altri cittadini d’Italia
a farsi carico, tramite l’acquisto di agroalimentare campano, di farsi carico
di continuare a preservare i posti di lavoro, a scapito della propria salute?
Marco Bazzato
19.11.2013
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