lunedì 4 novembre 2013
Legge contro l’omofobia? No grazie!
Ormai sembra una falsa pandemia la moda di suicidarsi di gay o pseudo
tali e fare il coming out post mortem, incolpando la soocietà eterosessuale di
omofobia, per per una condizione genetica, forse trasmessa involontariamente
dai genitori, o che si sviluppa per cause ambientali.Sta di fatto che le lobby
GBLT ci inzuppano il biscotto della propaganda, spingendo verso l’approvazione
di una psicolegge che limiterebbe la
libertà di espressione, libertà che fino ai primi anni 2000 era normale e
naturale, ma che poi, come un cancro incurabile, che andando in metastasi, sta
uccidendo la parte sana dell’Italia e relegando al storia un capitolo
importante della cultura italiana.
Come se la legge contro l’omofobia potesse, con un colpo di bacchetta
magica alla Henry Potter, cancellare l’inesistente patologia
dell’omofobia.
Fino a pochi anni fa, quando il mondo era più libero, prima che l’OMS depennasse
l’omosessualità dalla lista delle malattie psichiatriche, per una decisone
politica, con un colpo di scolorina, era logico pensare e dire che in quanto
malattia, fosse, per dirla alla cinese, “una
malattia inculabile”. Cancellare una malattia da un elenco non significa
debellarla, ma ignorarla anche se i sintomi sono apparentemente asintomatici e
a parte l’ncapacità biologica sancita dalla natura, che impedisce la riproduzione tramite coito...se si può
chiamare coito, tra persone dello stesso sesso, non è invalidante.
E infatti, se invece di essere
cancellata dall’elenco delle malattie psichiatriche, insultare o picchiare un
malato di omosessualità, poteva e doveva essere considerato un reato grave.
Ma la lobby gay voleva la “fedina psichiatrica”immacolata, e quindi si sono
iniziati a cambiare i termini, con l’aiuto e la complicità dei media, usati per plamsare le masse
eterosessuali culturalmente edeboli e
prive di strumenti di difesa da questa invasione linguistica che sta
stravolgendo e traviando gli italiani.
. Prima, anti OMS, era normale leggere o sentire in tv parlare di invertiti,, sodomiti, zia, checca e le
altre declinazioni ragionali e dialettali della ricchissima provincia italiana,
era normale e naturlale come respirare e ci stava anche meno violenza verbale e
fisica contro gli omosessuali.
Mentre da quando le maglie della libertà di espressione si sono sempre più
ristrette, come uno strangolino per cani, nei confronti dei cittadini, e i
media hanno iniziato a soffiare sul fuoco di un problema creato ad arte, sembra
che il Paese sia pervaso da uno tsunami omofobico,che travolge la nazione entro
i patri confini.
Balle mediatiche, buone per i gonzi.
E il bello è che se qualche giornalista o intellettuale non politicamente corrotto, tenta di arginare
questa massa melmosa e puzzolente di fango, viene emarginato e se per caso è
uno che veniva ospitato in tv, viene marchiato come omofobo, sopratutto se le sue
argomentazioni sono scientifiche, logiche e razionali, visto che i firmatari
della legge contro l’omofobia e i
politici e partiti che la sostengono, son privi di strumenti logici e
razionali, ma sono spinti dal desiderio di
servire i padroni dei loro culi – pardon stipendi.
Al gaycenter, il telefono gayfriendly arrivano circa 2000 telefonate di
aiuto all’anno, pari a non più di 5 al giorno, 0,625 l’ora, tenendo conto di una giornata di lavoro
di otto ore. Il che, prendendo le statistiche le quali affermano che il 10% della popolazione
dovrebbe esere diversamente etero, calcolandola sui 60 milioni, neonati,
bambini e immigrati regolari e non, compresi, fanno circa 6 milioni di LGBT e
se ci fossero in totale anche soli trenta suicidi all’anno, cifra inferiore rispetto ai
femminicidi, imputabili teoricamente a presunta omofobia, l’incidenza sul monte
totale degli omosessuali è irrisoria, tanto da non giustificare ulterioriori
misure di riduzione della libertà di espressione dei cittadini, visto che
oltretutto il reato di ingiure, anche senza l’aggravante dell’omofobia, è
previsto dall’ordinamento italiano, così come l’eventuale, ma difficile da
dimostrare, istigazione al suicidio.
La cosa assurda è che la potentissima lobbyLGBT, nascondensi dietro il dito
mozzato dell’omofobia, vuole imporre ai genitori anche sistemi educativi ch
hanno il diritto di non approvare e di non voler che entrino in casa loro, ossia che nell’eventuale ora di educazione sessuale
non si inizi a parlare a dei minori, anche con libri teoricamente pedagogici,
ma che per molti potrebbero apparire come pornografici, di omosessualità,
idenità di genere, transessuali e
teorica affettività tra persone dello stesso sesso.
Certo, innanzi a questo paventanto stupro
culturale la cosa migliore sarebbe che i genitori, visto che i libri sono
pagati dalle famiglie, iniziassero ad annerire le pagine di educazione alla
pornografia, ove si parla di omosessualità o di rapporti diversi da quelli che
hanno permesso la naturale venuta al mondo dei figli,visto che la natura non
omofoba, ma giusta, e nel contempo tenere a casa i figli , qualsiasi
giustificazione potrebbe essere buona, per evitare che questi siano costretti
ad ascoltare siffatte lezioni. Una bocciatura o un insufficiente in
comportamento, sarebbero più onorevoli.
Uno Stato veramente laico e non sottoposto a lobby minoritarie di potere,
deve tenere conto degli interessi e del diritto dei cittadini, dei genitori e
degli allunni prima e studenti poi, di nonessere violentati o sodomizzati
culturalmente, con imposizioni di programmi di educazione sessuale a alla presunta
tolleranza a tutti i costi, visto che imporre la tolleranza è come voler
scuotere per ore, giorni, settimane, mesi, anni una bottiglia piena di acqua
addizzionata con anidride carbonica e poi avere la pretesa di togliere il
tappo, senza che questa schizzi fuori, bagnando tutti gli astanti senza pietà.
La otllleranza el’accettazione dell’omosessessualità , da parte della
famiglia e della società non può e non deve essere imposta per legge, perchè
eisiste, ed è un diritto inalienabile di ogni cittadino e a livello sociale, il
diritto all’indifferenza, al menefreghismo, al non voler essere parte di un
mondo che non si sente e che non appartiene alla propria cultura e al proprio
essere.
E ad essere oggettivi questo diritto all’indiffernza è palesemente stato
manifestato, tramite le centinaia di migiaia d perosne assenti, pochi giorni fa a Roma, quando alla
manifestazione per l’ultimo suicida, vittima a livrello sociologico di quello
che viene chiamato darwinismo sociale, che ha
puntato l’indice contro la società per la sua condizone di
omosessuale,ci stavano poche centinaia di persone. Segno che uno, che è nel pieno diritto di suicidarsi,
non può sparare accuse – a salve – e poi avere la presunzione di fare il tutto
esaurito o che ci siano folle oceaniche alla sua commemorazione, creata a scopo
propagandistico e per portare l’acqua al mulino delle lobby gay, che guarda
caso, specie nei casi ecclatanti intervengono
sempre a cadavere caldo, mai prima. Il che dimostra che anche la
presunta rete di aiuto ha bisogno di
vittime sacrificali per poi trasformarli in martiri e vittime – inesistenti –
dell’opulenta e sorda alle loro grida di
dolore, della società omosessuale.
Ma il problema di fondo, il peccato originale, l’origine della pandemia
mediatica planetaria e culturale sta nel continaure a dare credito
acriticamente a quanto espresso, come un
dogma laico inappellabile, dall’Oms, a riguardo la cacnellaazione del manuale
diagnostico delle malaittie mentali dell’omosessualità, seguendo alla lettera uno degli enuciati più
famosi del ministro della propaganda nazista,
il crimilale Joseph Goobles, tecnica usata fin dall’inizio della storia
umana e in oogni latitudine , da
qualsiasiarruffapopoli, politici, religiosi
atei o semplice mendaci, chedir si
voglia:
Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e
diventerà una verità!”
Maro Bazzato
04.11.2013
N.d.a: trovo stupido e vigliacco insultare, picchiare e denigrare una
persona per il suo orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale. Ma
nel privato della sua propria abitazione e all’interno della propria coscienza
ogni persona deve sentirsi libero di pensarla come vuole.
6 commenti:
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E se anche fossero malati gli omosessuali?
RispondiEliminaDovrebbero, allora, esser sostenuti, non certo picchiati, insultati o limitati nella loro libertà affettiva, al pari (se non più) degli etero.
Con lo stesso criterio con il quale gli zoppi hanno il diritto a muoversi con l'ascensore, oltre che con le proprie gambe.
RispondiEliminaConcordo...in pieno, e infatti al termine dell’articolo ho scritto che sono contrario a qualsiasi tipo di insulto e violenza nei confronti delle persone, indipendentemente che siano etero o no.
Per quanto riguarda la libertà affettiva, nessuno guarda sotto le coperte, non lo fanno nemmeno in Russia, dove è solo vietata, per il bene dei minori, la propaganda omosex, poi per tutto il resto, ognuno, rispettando la legge, sotto le coperte, nel segreto delle quattro mura domestiche, ha il diritto di fare ciò che vuole, no?
Se siamo in uno Stato liberale, ciascuno deve esprimere ciò che vuole, anche pubblicamente, nei limiti del rispetto del prossimo.
RispondiEliminaNon capisco perché si dovrebbe propagandare l'eterosessualità, che, come l'omosessualità, è un bene strettamente personale.
La libertà affettiva comprende la possibilità di vivere le proprie relazioni alla luce del sole, mi sembra ovvio, sempre nei limiti della decenza, si intende.
Poi, ti ricordo che esistono anche minori gay.
RispondiEliminaGuarda che nessun etero va in tv a dire sono etero: lo è e basta, sono i gay che escono dall’armadio e fanno propaganda di ciò e con chi vanno a letto. Non invertiamo il senso della realtà. E lo sta a dimostrare il gay pride, manifestazione dell’orgoglio gay, dove basta prendersi undizionario e capire cosa significa orgoglio..eccessiva sovrastima di se stessi, che nasconde insicurezze di fondo. Che io sappia a memoria d’uomo non si è mai tenuto l’etero pride, solo per il fatto che gli etero sanno di essere, senza doverlo sfoggiare, stimandosi il giusto per quello che sono, senza false superbie. E quindi, non canbia nulla, se esistono i minori gay...poche settimane fa girava un video girato in russia, dove dei presnti omofobi se la prendevano con un giovane gay minorenne, che si prostitiuva, con un vecchio pervertito puzzzone...beh, spacciare per libertà sessuale la pedofilia del vecchio puzzone che andava con un ragazzino di quattorici anni...mi sa da pervertimento della realtà. Una cosa analoga è accaduta domenica scorsa a Domenica In, dove un ragazzino, abbandonato dalla famiglia, a suo dire perchè gay, che aveva detto a costoro del uo orientamento sessuale diverso da quello etero, stava con una persona molto più grande di lui, ch l’ha lasciato proprio al compimento del diocittesimo anno di età... facendo passare messaggi fuorvianti per i telespettatori meno attenti e meno critici..
Il problem adella decenza sta nelle divese sensibilità personali. Per te quello che giustamente potrebbe essere normale, a me potrebbe disgustare, e il diritto al disgusto e alla critica deve essere dimostato, con i dovuti modi e i dovuti linguaggi, dove si vuole, oppure no?
Il disgusto non può mai investire la persona, la sua dignità e la sua libertà. La normalità non vedo cosa c'entri: gli zoppi non sono normali, ma non mi fanno certo schifo; lo stesso vale per gli omosessuali.
RispondiEliminaIn ogni caso, sono d'accordo con te, quando dici di difendere il diritto di critica, a condizione che sia reciproco e comunque non si traduca in un'imposizione o per un divieto per gli altri.
Solo dei tangheri e dei coatti andrebbero ad insultare in faccia una persona, indipendentemente da chi questa sia e dal uo orientamento sessuale, per questo ci sta il codice penale. Ma il diritto di critica, educato e cirocanziato esiste. Personalmente non ho nulla contro nessuno, e credo nella libertà di espressione, con il dovuto rispetto, quello che detesto è il vittimismo...
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