Ora che l’Italia ha la sua guerriglia urbana alla banlieue francese, peccato che però accada in una piccola cittadina della Calabria e non in una grande città come Roma o Milano,dove comunque anche lì le periferie prima o poi esploderanno. Accade una cosa del genere con la rivolta del pane, in Francia, prima della decapitazione di Maria Antonietta. Solo che oggi i presunti rivoltosi non siano i contadini francesi, che senza porsi problemi, andavano per le spicce anche le esecuzioni capitali, mentre i clandestini fascinorosi si sono limitati a qualche distruzione,senza alcuna strategia ben definita, un po’ come un’armata Brancaleone allo sbaraglio, come dei cani sciolti che – sfortunatamente – agiscono più guidati dall’istinto della rabbia e della collera repressa, che muovendosi, come un esercito ben organizzato, in modo sistematico, andando a colpo sicuro.
Cosa che invece faranno le forze dell’ordine, ora sguinzagliate dal governo che come ha detto il ministro coglioni, pardon, Maroni “Stop alla tolleranza”.
Servo!
Sì, non si può dire altro che servo, come se non sapesse delle condizioni in cui vivevano questi clandestini, peggio ancora se lo sapeva, ma per fare gli interessi dei proprietari terrieri ha preferito essere cieco e sordo, e solo ora si accorge dello stato di degrado in cui vivevano questa carne da macello.
Come sempre c’è un interesse politico nel far diventare i disagi sociali, non importa se degli italiani o dei clandestini, motivi di scontro in piazza o sugli scranni della politica. Ora il bastione dei manganelli della polizia potrebbe abbattersi, per ordine ministeriale, contro i fascinorosi, rei d’essersi ribellati alle condizioni disumane che erano costretti a vivere e lavorare, per ristabilire l’ordine e la pace sociale tra i cittadini imbufaliti per le auto distrutte, le vetrine frantumate, i cassonetti incendiati e la segnaletica stradale divelta, e la paura che questi “negri” s’incazzino veramente.
Cittadini che però non si scandalizzano per i negrieri.
Ora vien da pensare se si potrebbe essere tacciati d’essere filo rivoluzionari quando si constata che la rabbia accumulata per anni dalle persone, alla fine, esplode in violenza incontrollata e che spinge gli schiavizzati, i derelitti, gli sfruttati, i senza casa e patria a rivoltarsi, ad imbracciare sassi e bastoni contro un nemico ineffabile, identificato con abitazioni, negozi e macchine.
Naturalmente la colpa sarà additata a chi ha acceso l’ultima miccia, gli immigrati, quelli che resteranno col cerino in mano, quando partiranno le deportazioni, ops le estradizioni nei paesi d’origine. Loro saranno gli unici colpevoli, i carnefici della situazione divenuta esplosiva. Le vittime saranno i datori di lavoro, quelli a cui i cani rognosi, secondo i padroni, dopo aver mangiato le briciole dello sfruttamento, si sono rivoltati contro azzannando le mani.
Le note positive di questi giorni di bagordi? Ci sarà un bel po’ di lavoro per rimettere in ordine la cittadina, per riparare i danni, anche questo è un modo per far ripartire l’economia, le uniche a godere sono le compagnie di assicurazione, se i danneggiati non avevano polizze specifiche contro gli atti vandalici, non dovranno scucire un euro, ma in compenso qualche concessionario o rivenditore di macchine usate gongolerà di gioia, perché i rottami incendiati dovranno essere sostituiti.
Buona continuazione, cari clandestini sfruttati e ribelli. Che la festa continui!
Marco Bazzato
08.01.2010
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