La sentenza, dettata dal buon senso e dalla ragione, pone simbolicamente l’Italia al pari dei Paesi tribali, come la Somalia che per tradizione – come detto dal ministro Gelimini, rappresenterebbe la tradizione italiana – ama infibulare le giovani somale, o come l’Afganistan che per tradizione tribale, non dettata dal Corano, impone alle donne l’uso del burqua.
Naturalmente sono partiti lanci d’agenzia di politici – che con la loro vita privata dissoluta hanno calpestato il cattolicesimo, stuprando metà dei dieci comandamenti che vorrebbero difendere – inneggiando all’attacco dei valori cristiani europei.
Naturalmente anche lo Stato città del Vaticano non è rimasto in silenzio, sentendosi defraudato di un qualche diritto divino che vorrebbe imporre il proprio marchio di fabbrica entro i confini di un altro Paese.
Il crocifisso è un simbolo d’appartenenza a una confessione religiosa, in contrapposizione con la stessa Costituzione italiana, dove ogni religione ha pari dignità, indipendentemente dal numero, non dei battezzati per tradizione familiare, ma dei fedeli effettivi di questa confessione che ogni giorno, non solo sta perdendo affiliati, con una maggioranza relativa in rapido declino, vista l’ascesa di altre confessioni o dell’ateismo e del razionalismo.
Il Vaticano, in modo velato, parla di “sentenza ideologica” omettendo però di dire che anche le religioni, con tutti i loro dogmi, possono essere annoverate a pieno titolo tra le ideologie idolatriche che nel corso dei secoli hanno mietuto, nel nome dei loro simboli,morte e distruzione. Evidentemente questa parte oscura delle storie delle religioni – cattolica compresa – viene allegramente omessa, rimossa, nascosta sotto gli errori e orrori umani della storia.
A ben guardare nelle scuole italiane non dovrebbe esserci il crocifisso, ma la Lupa, simbolo di Roma, in quanto dalla fondazione di Roma, come villaggio, ai giorni nostri sono passati molti più secoli, rispetto che ai solo duemila anni dalla nascita cattolicesimo papalino.
Va fatto notare, come ciliegina sulla torta, che questa sentenza potrebbe essere la prima di molte dovute al “Trattato – capestro – di Lisbona”, dove l’Italia ha abdicato la Costituzione e le leggi a favore di una fantomatica Commissione Europea, che fra pochi anni assomiglierà al “Gran Consiglio dei 10 assenti” sinistramente evocato da Fantozzi.
Marco Bazzato
05.11.2009
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