domenica 4 agosto 2013
Sandro Bondi: «Rischio guerra civile!»
Ormai sembra una gara a chi la spara più grossa, a chi ha il
cazzo più lungo o a chi di qunado va in cesso a cagare fa lo stronzo più
somigliante ad un palo di mandingo,
pesandolo ed esponendolo all’ammirazione estasiata dei fan. Infatti, dopo la
condanna di Berlusconi Silvio, è meglio chiamarlo con il suo cognome e nome,
come si fa nellrl aule di giustizia, che i servi del pregidicato sembrano
letteralmente fuori di cotenna, rilasciano farnetiticanti dichiarazoni ai
gioristi, non diverse da quelle che i cospiratori si scambiano “nei peggiori
bar di Caracas” tra sigari Avana e rum, con l’apoteosi l’ha faggiunta
l’apostata comunista Sandro Bondi, che
ha paventato il «Rischio guerra civile!».
Personalmente l’idea di una guerra civile in Italia potrebbe
essere anche una prospettiva affascinate, questa manca dalla fine della seconda
guerra mondiale, quando con la caduta del fascismo ci stavano le vendette
private, il più delle volte guarda caso volute dagli ex compagni comunisti di
Sandro Bondi. Evidentemente è nel sangue dei rossi l’idea di destabilizzare in
un modo o in un altro l’ordine costituito, ma oggi, per fortuna o sfortuna, non
vedo che gli adepti o i seguaci della setta politica denomiminata PDL scendano
in pizza imbracciando un fucile, un mitragliatore semiautomatico, per salvare
il culo ad un pregiudicato. Essere del PDLcome essere della Lega, del Movimento
Cinque Stelle, di Lista Civica, di Fratelli
d’Italia, del PD o del SEL, non necessariamente significa essere degli
oligofrenici guerrafondai, anche se in tutti i partiti l’idea esistono le
frange estreme e radicali che adornano menanre le mani come al tempo della
buoanima e comunisti o i postcomunisti non si sono mai tirati indietro manco
loro, anzi, hanno sempre fatto la loro porca parte!
La guerra civile paventata dal Bondi ci potrebbe anche
stare, ma ad una condizione, ossia che i gerarchi del PDL, femmine comprese,
combattano in prima linea, vadano in trincea, armi alla mano e baionetta tra i
denti, pronti a sparare, sventrare, squartare e le femmine, solo se belle fighe
che combattono nude, mentre i cessicol burqua, per non spaventare i bambini,
siano pronte a farsi violentare a subire
ogni genere di sevizie sessuali e psicologiche, pur di passare da vittime da
quei cattivoni che voglioono mandare via dal Senato il pregiudicato Berlusconi
Sivlio.
E poi ce li vediamo gli italiani combattersi a morte per la
causa del pregidicato? Certo ci sono stati cieci milioni di – omissis – che hanno creduto per quasi un ventennio
all’oggi pregiudicato Berlusconi Silvio, ma ce ne sono altrettanti che
continuano a credere che il PD si il partito della classe operaia, dei più
deboli. ìAh, sì in questo caso devonoessere immigrati clandestini di
colore, rom o al massimo omosessuali, il tutto come apparenze, perchè poi come
sostanza, al pari de PDL cista l’interesse della grande industria, delle banche
e della finanza. In totale questi quasi
ventimilioni di elettori, plagiati psicologociamente o dall’uno o dall’altro politico,
invece di darsele di santa ragione, dovrebbero fare un bel karakiri collettivo,
sventrandosi gli addomi nelle pubbliche piazze, diventando tante torce umane
stile bonzi o in tanti Ian Palach, patriota cecoslomucco, pardon cecoslovacco.
Ma alla fine sono venti milioni e più – omissis – senza i – omissis!
No, gli italiani sono troppo codardi, stanno ancora troppo
bene, nonostante la crisi economica per andare in piazza a manifestare, per farsi
prendere a manganellate dalle forze della polizia, non hanno i – omissis – per trasformare le strade in un campo di
battaglia siriano, libico, egiziano, per comattere porta a porta, per fare i
cecchini, come a Sarayevo, attualmente non ci sta un un Ratko Mladić, non hanno
le palle per creare nello stivalale una nuova
Srebrenica, non abbiamo truppe paramilitari nello stile tigri di Arkan...
Così anche per questo l’Italia dimostra la sua arretratezza culturale e gli
italiani di oggi manifestano la viltà e l’incapacità di combattere per una
buona causa, per il bene della nazione, anche se combattere per un miliardario
pregidicato, sceso in campo nel 1994 per salvarsi il – omissis – certo non è una buona causa, anzi, sarebbe dei
– omissis – se lo facessero!.
Morire per il pregiudicato Berlusconi Silvio? Da idioti!
Farsi manganellare per il pregiudicato Berlusconi Sivlio?
Sarebbe da teste di – omissis!
Rischiare di farsi segare in due da qualche raffica a
ripetizione sparata da qualche cecchino che sventaglia neò mucchio per creare
caos e tensione? Sarebbe da – omissis!
Gli italiani che stannno attaccati al culo del pregiudicato
Berlusconi Silvio non hanno capito che potrebbero ressere della marionette nelle
mani dei parlamentari del PDL, la cui prima paura è quella di rimanere orfani
non solo dei loro posto di lavoro come parlamentari, i ventimila euro mensili
fanno comodo per le piccole spese di soprovvivenza, nella giungla della
depressione economica, a cui le sorti del Paese non interessa una beata
minchia, figurarsi del destino degli italiani. E lo sfaldamento del PDL, previo
decadimento della carica di senatore del pregidudicato Berlusconi Silvio, porterebbe giocoforza alla perdita di
poltrone, prestigio, sempre che oggi i parlamentari di quasiasi schieramento
godano di qualche prestigio vero delle menti degli italiani dotati di sano
intelletto, in quato se i parlamentari del PDL fossero veramente solidali con
il loro leader non avrebbero consegnato le
dimissioni dagli incarichi di sottosegretari nelle mani dei rispettivi
capogruppi, no, si sarebbero dimessi in massa da parlamentari, ma sono troppo
attaccati al denaro per avere i – omissis – per farlo e i primi sono proprio i cosidetti
falchi, la “guardia pretoriana” del pregiudicato, Berlusconi Silvio.
La condanna inflitta all’ormai pregidicato Berlusconi Silvio
non è politica, checchè ne vogliano far credere i lacchè, ma è una sentenza di
condanna definitiva, giunta dopo quasi un decennio e se le cause penali sono
così lunghe, i politici inizino chidersi di chi è la colpa e il PD Trasformare
una giusta condanna giudiziaria in un
atto politico equivale a voler destabilizzare il Paese per scopi personali e
non fare gli interessi del medesimo.
L’oggi pregiudicato Berlusconi Silvio, nel 1994 poteva dire
di essere un neofita della politica, una vestale illibata, mna un imprenditore
scafato dalla politica in tutti gli orifizi, il cosidetto “uonmo nuovo sovietico” che
giungeva come un messia miliardario salvifico a mondare la nazione dai puzzoni, pardon, comunisti. Ma
oggi nel 2013, dopo diciannove anni in Parlamento si è trasformato in tutto
quello che all’inizio diceva che non sarebbe mai divenuto: un politico di professione,
dove sembra che voglia dare continuità
dinastica al partito, che in settembre dovrebbe tornare all’antico, Forza
Italia, cedendo le redini del comando alla figlia Marina, e con gli italiani –
omissis – che i il Paese si ritova,
onnibulati dal fatto di poter avere, come nei Paesi civili un primo ministro in
microgonna, reggicalze e guêpière, tutto in nero sadomaso, diventano come Roland D. LeBay , che vendette la a Plymouth
Fury del 1958 a Arnie Cunningham
nel romanzo di Stepen King, “Cristine, la macchina infernale” – 1983, che
pensano che «Non c’è profumo più buono
di quello di figa!”» e il padre, oggi pregiduicato, lo ha sempre saputo, visto
che di canubri nel Pdl non ce ne sta manco una, e infatti per diciannove anni
Silvio Berlusconi, per onnibulore i maschi primitivi o primati, ha usato la
vulva, facendne annsuare immaginariamente a migliaia, e questi, come tanti lobotomizzati analfabeti
mettevano la crocetta sulla tetta, pardon, sul nome più proprompentete e
prosperoso.
In conclusione chechè ne dicano i falchi del PDL, che come
tanti avvoltio non vedono l’ora di cibarsi delle carogne dei cittadini nemici
della loro libertà, nel Paese non ci sta il rischio guerra civile, a meno che
il gerarca del pregiudicato, Berlusconi Silvio, lapostata comunista Sandro Bondi, non sappia chenel
Paese sono pronte squadre di agitatori politici, provenienti anche dall’estero,
come accade sempre quando si vuole destabilizzarne uno.
La cosa migliore che dovrebbe fare il nipote del consigliere
privato del pregiudicato Berlusconi Silvio, ossia GianniLetta, eEnrico Letta,
sarebbe quella di rimettere il mandato nelle mani del Capo dello Stato il quale
a sua volta dovrebbe dimettersi lui stesso, creando un ingorgo istituzionale,
che non potrebbe essere risolto entro il 15 di ottobre, data ultima nel quale
il pregiudicato Berlusconi Silvio dovrà decidere se restarsene buono buono agli
arresti domicilari, potendo vedere solo i famigliari più stretti, ossia i figli
o magari andare a rammazzare le strade,
come spazzino, in quanto affidato ai servizi sociali.
E alzi la mano chi non vorrebe vedere un miliardario
rammzzare merda di cane o cocci di vetro, lungo una strada provinciale, battuta
da puttane?
Marco Bazzato
04.08.2013
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