venerdì 10 agosto 2012
Il giorno del perdono
Oggi per me è il mio giorno del perdono.
È contrario al mio essere avere astio o risentimenti per quello che altri ti hanno fatto coscientemente o no.
Perdono mio padre e mia madre, così come i loro figli e le rispettive consorti, comprese quelle che si sono sempre comportate in modo franco e aperto e non hanno nulla da farsi perdonare, anzi le devo ringraziare per come sono.
Da anni si trascinano attriti che hanno generato solchi profondi, probabilmente insanabili ma, per quanto mi riguardano, ora appartengono al passato. Se altri nutrono o nutriranno dell’astio o altro nei miei confronti, privato e/o pubblico, sono problemi propri del loro essere e alla loro coscienza. La mia è tranquilla e serena e soprattutto in pace con se stessa.
La mia mail, il mio numero di telefono o qualsiasi altro mezzo di comunicazione elettronico e/o classico è sempre ben accetto, le porte sono aperte, come lo sono sempre state in tutti questi anni. Ma se decideranno, come hanno fatto fino a quest’oggi di propendere per il silenzio, è segno che nutrono dei problemi verso di me e non io verso di loro.
La vita prosegue.
Scrivo e continuerò a scrivere secondo quello che da anni è il mio stile e il mio modo di essere, piaccia o no, perché questo è ciò che amo fare, perché nella vita ci sono anche degli amori che vanno ben oltre la pura materialità e gratificano lo spirito e non ho mai obbligato nessuno a leggermi, è una libera scelta del singolo.
In coscienza so ed è provato e mai smentito d’aver dato molto di più rispetto a quanto ho ricevuto e porto nel cuore la certezza di ciò che ad altri da me è stato dato e che hanno ricevuto nel corso degli anni. Questo nessuno potrà mai togliermelo e soprattutto dalla realtà del mio vissuto personale e famigliare, indipendentemente da quanto altri possano negare o rimuovere.
Di una cosa sono certo: non ho debiti né debiti morali né tantomeno materiali con nessuno della mia famiglia e questo mi rende sereno con il mio essere e il mio sentire, perché mi rende persona piena, intellettualmente, moralmente ed eticamente libera.
Ai miei genitori porto e porterò, in quanto persone, il rispetto che porto tutte le persone che incontro, senza distinzione di razza, sesso, colore e nazionalità, perché così il mio sentire mi chiede di essere.
Un saluto a tutti e un abbraccio ai figli dei figli dei miei genitori che probabilmente non vedrò più. Ma qualsiasi cosa sentiranno o non sapranno in futuro riferito al loro di uno dei figli dei miei genitori, spero che una volta cresciuti si facciano vivi, se lo vorranno, perché il batacchio nelle campane suona da un lato e da un altro e sentirne uno solo rende il suono disarmonico e che alla fine fa emettere onde sonore stridule, i cui venefici effetti perdurano per anni.
Nella vita bisogna avere il coraggio e la forza interiore di cambiare, cercando d’essere migliori del giorno precedente, perché la vita, quella vera, è inscritta nel cuore e non è un romanzo o un’opera di fantasia, e la realtà quella vera, non quella immaginata e/o pensata per puro esercizio di abilità intellettuale, trova la sua Verità entro il vissuto delle persone, che può essere rimosso da terzi, ma non dall’individuo che l’ha vissuta in prima persona, e per guardarci dentro necessitano attributi che non tutti hanno e la vita, merita d’essere vissuta al meglio delle proprie capacità spirituali, emotive, intellettuali e materiali.
Un grazie speciale a una donna che non ho mai conosciuto, ovunque si trovi.
Un abbraccio a tutta la mia famiglia.
Marco
Marco Bazzato
10.08.2012
Etichette:
famiglia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra