martedì 26 giugno 2007

Comunicato Stampa Della MB International Literary Agency

Ricevo e pubblico

MB International Literary Agency è un agenzia nata con molteplici propositi, il primo è quello d’essere anello di collegamento tra gli editori italiani, agenzie letterarie, e l’editoria bulgara, sempre attenta alle nuove uscite nel mercato italiano, valorizzando le loro opere dei più famosi scrittori italiani.
MB si prefigge il compito, non meno importante offrendo agli aspiranti scrittori, scrittori già autoprodotti ed editi, il servizio di lettura e presentazione di testi editi editi ed inediti, desiderose di trovare un editore in un paese straniero.
Le opere selezionate e ritenute a giudizio insindacabile da MB più interessanti, saranno portate all'attenzione delle case editrici bulgare.
MB International Literary Agency, non solo agenzia letteraria, ma anche traduzioni artistiche e non, italiano-bulgaro e bulgaro-italiano, con il valore aggiunto, maturato in anni di esperienza, da parte dei suoi traduttori professionali.
Il servizio di traduzione testi poetici e letterari, offre ad autori emergenti e affermati, l'opportunità di partecipare – seguiti in tutte le fasi dall'agenzia – ai maggiori concorsi letterari e di poesia in Bulgaria.
Con MB International Literary Agency, si può valorizzare, far conoscere le proprie opere, fuori dai patri confini, dentro i nuovi confini europei.

sabato 16 giugno 2007

Tutti al mare, distanti dal Gay Pride eterofobico

Oggi a Roma si tiene il Gay Pride la giornata dell’orgoglio eterofobico, del rifiuto, per scelta, per orientamento, o per presunte leggi naturali,d‘avere rapporti affettivo-sentimentali-sessuali con esponenti dell’altro sesso, comportandosi in modo discriminatorio, rifiutando la possibilità d’avere rapporti non solo affettivi, ma anche sessuali, vedendo come mezzi orbi solo una metà del cielo.
Alla manifestazione, sono previste duecentomila persone, per fortuna la Presidenza del Consiglio ha ridimensionato il patrocinio, dando un chiaro segnale politico – e forse solamente pensato, morale – su dove realmente e correttamente battono i cuori e le pulsioni, cioè verso la sana eterosessualità.
Fermo restando il diritto di tutti di manifestare,rimane valido il diritto dei singoli di smadonnare come bufali, in silenzio, richiusi in casa, trattenendo i coniati di vomito, disgusto e scariche intestinali, al passaggio della “sana?” parata boccaccesca. Anche se non si capisce per quale motivo, una presunta manifestazione laica, si debba trasformare in una carnevalata irriverente e volgare nei confronti di uno Stato Straniero: La Città del Vaticano, con il conseguente codazzo di spregevoli carri – chiamati impropriamente allegorici – verso un’istituzione, non solo politica, in quanto Stato Sovrano, ma anche religiosa e morale – nonostante i casi di immoralità a volte dimostrata – che ha tutto il diritto di dichiarare la propria opinione, che non significa avversione, ma semplicemente l’incontrovertibile verità, non ambigua e viziata da interessi edonistici e materialisti personali, in materia di comportamenti, secondo la morale cristiana, ritenuti disordinati.
Quello che fa più riflettere, creando privato disgusto, è leggere in siti chiaramente eterofobici, attacchi costanti all’istituzione – laica e costituzionale – del matrimonio, della famiglia naturale, biologicamente riproduttiva e affettiva, salvo poi pretendere il riconoscimento di forme famigliari storicamente, culturalmente e biologicamente sterili e inesistenti, avendo la presunzione di paragonare la presunta affettività eterofobica, all'affettività creativa eterosessuale.
Quello che imbufalire, come per la visita di Bush a Roma, è che i cittadini romani sono costretti a sorbirsi il passaggio del corteo, le urla, vedere esibizionismi omoaffettivi, che se per un eterofobico appartengono alla propria "cultura", ma che impone prevaricando, violentando, e nauseando il comune senso del pudore, di quanti saranno costretti a chiudere gli occhi ai loro figli, affinché non vedano simili manifestazioni di “affettività”, in antitesi con la cultura biologica di nascita e riproduttiva, e genitoriale – laica realtà biologicamente negata – alle affettività eterofobiche.
Un Paese che si dice civile, dovrebbe in primo luogo difendere – anche psicologicamente – la famiglia, tutelando genitori e soprattutto i figli minorenni, che in questa giornata dell’orgoglio eterofobico saranno costretti a visioni sconvenienti e traumatizzanti per la loro giovane età, ma che evidentemente lo Stato in questo caso, è costretto a non proteggere. C'è da augurarsi almeno, che i genitori sanamente e pacificamente obiettori di coscienza, abbiano preso i loro pargoli, e li abbiano portatoi al mare, distanti e al riparo da tali "spettacoli" di civiltà e tolleranza imposta da una minoranza agguerrita e combattiva ad una maggioranza, costretta al silenzio, altrimenti marchiata di un razzismo ideologico inesistente, ,ma che fa molta presa in proviene da frange di urlatori di professione, abituati ad incolpare la società dei loro problemi, o delle loro inclinazioni o scelte "affettive?" personali.

Marco Bazzato
16.06.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/

martedì 12 giugno 2007

Bush Go Home


Il Presidente americano George Bush, ha terminato il suo viaggio in Europa, e rientra alleggerito – in Albania – dell’orologio, che si è fatto sgraffignare sotto l’occhio vigile del servizio di sicurezza più addestrato al mondo, e torna negli USA, lasciando dietro di se, un codazzo di polemiche politiche e scontri di piazza, specie in Italia, dove gli esponenti dei partiti di sinistra - come novelli Tafazzi - hanno manifestato contro la visita, caldeggiata anche dal governo di cui sono membri.
L'anomalia politica italiana, si è manifestata con tutto il suo carico di contraddizioni, che fanno costantemente temere per la tenuta della maggioranza, in perenne bilico tra antiamericanismo estremo, e voglia di poltrone, trattenute in tutti i modi.
Ma, quello che ha inquietato di più, è stata la pretesa, accordata poi dalle ferrovie italiane, di far viaggiare a prezzo politico, i manifestanti, violentemente pacifici, che volevano raggiungere la capitale, dove le istituzioni stesse, si sono dimostrate deboli, nel cedere ai ricatti delle frange più radicali e antagoniste, che fanno del pacifismo delle vetrate spaccate, il loro messaggio universale d'amore fraterno.
La visita del Presidente americano però, ha dato un chiaro esempio del vero valore di una vita umana, non secondo quello che realmente è, ma solo in base alla poltrona in cui poggia il deretano, tanto è vero, che Roma, Tirana, Sofia, e le altre capitali europee erano blindate per l'arrivo dell'Augusto Cesare a stelle e strisce.
È indubbio che il Presidente americano fa tenerezza. Fanno tenerezza per le sue gaffes, ormai proverbiali, fa quasi simpatia per quell'accento texano, che porta a pensare all'antitesi di Tex Willer, sempre seguito dai suoi pard, ma fa riflettere come l'illusione del Potere, ormai non sia solo un miraggio di pochi esaltati, ma che gli abitanti delle capitali visitate, abbiano dovuto sentirlo sulla propria pelle, perdendo - sebbene per pochi giorni - la libertà di movimento di molti, a favore della presenza di Uno.
Il grado di civiltà di un Paese lo si dimostra soprattutto in queste occasioni, dove sembra che essa abbia abdicato a favore delle necessità imposte dal singolo, a dispregio di quanti, hanno dovuto cambiare le proprie abitudini e consuetudini, dove però l'arte di arrangiarsi di un albanese a Tirana, non ha impedito di vedere tutti i limiti della presunta sicurezza assoluta, voluta attorno alla figura del Presidente americano.
Bush – con rispetto parlando - è di diversa statura mediatica e politica di molti suoi predecessori, per fortuna il suo mandato, sta per giungere alla scadenza, e molti auspicano che il prossimo inquilino della White House, sia più attento ai veri problemi del pianeta, negati dall'industria petrolifera e armaiola, che vedono in questo nostro unico Sasso disperso nello spazio, un immenso groviera da perforare e deturpare, in nome di un ipotetico progresso, che ogni giorno di più appare senza futuro.

Marco Bazzato
12.06.2007
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giovedì 7 giugno 2007

Governo deceduto

Nonostante il voto di fiducia ricevuto al Senato, il governo Prodi – sebbene non numericamente – è virtualmente decaduto, e scaduto in disgrazia agli occhi degli italiani.
È inutile girarci attorno, i recenti scandali che hanno costretto il vice ministro Visco a rimettere la delega, e l'allontanamento del generale Speciale dal comando della Guardia di Finanza, ingenera nei cittadini un senso di sconforto e stordimento.
Alcuni hanno accusato il centrodestra di voler cavalcare l’onda del malcontento, per chiedere elezioni anticipate, richiesta per ora rispedita al mittente, in quanto, sebbene passando attraverso la cruna dell'ago, il governo - in terapia intensiva - ancora sopravvive.
L’opposizione, per quanto alla maggioranza non piaccia, non fa altro che fare il suo lavoro, cioè svelare gli altarini nascosti di una classe politica, che nonostante le promesse elettorali, si è dimostrata inadeguata e sorda ai bisogni del paese, intenta più che altro a difendere con le unghie e con i denti i propri privilegi, spaventata dalla possibilità di dover tornare a casa in anticipo, con le pive nel sacco.
Dimostrazione lampante di questa incapacità, o mancanza di volontà d’andare verso i bisogni dei cittadini, è stata la con stazione al premier avvenuta a Trento, dove una cittadina vicentina - di centrosinistra - senza paura, ha rimarcato il disagio nel sentirsi tradita dal politico da lei votata, e lesa nei suoi diritti individuali, di non voler vedere e vivere a poche centinaia di metri da una base militare di uno Stato, che seppure alleato, è sempre straniero.
Un governo, che arranca tra fluttuazioni interne, con gorghi e ingorghi istituzionali causati dagli stessi membri dell'esecutivo, porta inevitabilmente al disagio e all'allontanamento dei cittadini dalla politica, e dalla voglia di vedere risse verbali, urla, e scontri dialettici, non degni di un emiciclo parlamentare, ma tipici di una piazza di mercato provinciale, che non da lustro all'istituzione stessa.
L’unica soluzione possibile,sarebbe tornare a votare, dopo aver fatto la riforma della legge elettorale, che per stessa ammissione del relatore di centrodestra, Calderoli, a suo tempo, ha espressamente dichiarato: "Legge elettorale? L'ho scritta io, ma è una porcata". Tornare a voltare con una porcata, per ricadere malauguratamente dentro una nuova maggioranza risicata, sarebbe l'ennesimo spreco di risorse pubbliche, pagate dai cittadini.
Fatta la nuova legge elettorale, l’attuale governo zoppicante, in conserto con l’opposizione, dovrebbe smetterla di parlare di tagli a pensioni e sanità, ma alla riduzione del numero dei parlamentari, e l’abbassamento dei loro stipendi, sia in sede italiana, sia in sede europea, dove entrambi sono i più alti dell’Unione, cioè, quello che ogni politico in campagna elettorale, afferma di voler fare, salvo poi essere colpito da amnesia, e seguire solo le indicazioni degli uffici economici europei e dei grandi studi internazionali di "raiting", che mirano solo a tagliare pensioni e spese sanitarie, senza mai voler porre l'accento sugli sprechi fuori controllo dell'amministrazione centrale e di quelle locali.
La sinistra, come la destra, ha parole sono tutti in prima linea nel voler risanare il Paese, ma nei fatti, il debito e l'impossibilità delle famiglie d'arrivare e fine mese, con gli stipendi erosi dai bollette, prelievi fiscali, nazionali e locali, aumento del costo della vita, sembra effettivamente interessare, a coloro che una volta giunti sulle fatidiche poltrone, godono di uno stipendio mensile, che troppi cittadini italiani, faticano a vedere in un anno.

Marco Bazzato
07.06.2007
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venerdì 1 giugno 2007

Annozero e il video BBC

Bisogna ammetterlo, questa volta Michele Santoro ha fatto il botto. La messa in onda del video della BBC inglese sullo scandalo dei preti pedofili, ha tenuto incollati al video oltre cinque milioni di telespettatori, e il condutture, con inusuale pacatezza, ha saputo trattare una materia, che per l'italiano è da sempre esplosiva, specie in virtù dell'ubicazione entro le mura capitoline dello Stato Pontificio.
Annozero, nonostante gli attacchi strumentali dell’opposizione politica al governo di centro sinistra, , che ne ha osteggiato la messa in onda del documentario, ritenuto offensivo per la chiesa, ha saputo tenere le redini della discussione, senza scadere nell'attacco anticlericale, anzi dando spazio,forse eccessivo e sicuramente non usato al meglio, per permettere di dire le ragioni dello Stato Vaticano.
Fermo restando il principio – sancito dalla legislazione italiana – che le responsabilità dei delitti di pedofilia ricadono sui singoli, nessuno, nè il conduttore Michele Santoro, nè il Professor Oddifreddi - noto matematico e "ateo impertinente" -hanno posto a monsignor Fisichella la fatidica domanda: Quanti sacerdoti italiani, al termine del processo canonico,sono stati consegnati alle braccia della giustizia secolare e laica dello Stato Italiano?”. L’aver posto questa domanda, avrebbe forse sicuramente portato ad affrontare direttamente e senza reticenze da parte di nessuno il vero nocciolo della questione, senza perdersi in divagazioni, o distinguo, a volte pesantemente inutili.
Va ricordato che storicamente il Tribunale dell'inquisizione, o sant'Uffizio, oggi Tribunale per la Dottrina delle Fede, non ha mai avuto timore, a costo d'essere impopolare di consegnare alla giustizia secolare gli eretici, o quanti si erano macchiati di crimini contro la morale, e l'esempio universalmente conosciuto, è l'arrostimento di Giordano Bruno – che pedofilo non nera – per cui, non si capisce, perché oggi in epoca concordataria, si debba rimarcare in modo così netto – in special modo per casi di singoli individui, come affermato da Monsignor Fisichella – la distinzione tra due stati sovrani – dimenticata e/o rimossa in moltissimi altri frangenti – dove si fatica a capire, se un sacerdote italiano, ma non solo, debba essere giudicato esclusivamente da un Supremo Tribunale ecclesiastico, continuando a muoversi in silenzio, che può essere interpretato come rispetto nei confronti delle vittime e degli accusati, ma anche come un modo per tenere lontani gli evidenti danni d'immagine, che questi singoli atti criminosi e criminali cagionano alla chiesa, contraddicendo l'affermazione che questi atti ricadono come colpe individuali del singolo. Visto che giuridicamente è cosi, perchè la chiesa stessa, non chiede ai suoi ex accoliti, dopo averli consegnati alla laica giustizia, i danni d'immagine ai condannati prima in sede ecclesiastica e poi in sede laica?
Avocare le cause di pedofilia al solo tribunale ecclesiastico, che per quanto degno di rispetto e considerazione, che è comunque un tribunale di uno Stato Straniero, è offensivo in primo luogo per le vittime degli abusi, perchè per l'infame che ha cagionato il reato, dopo averne acclarate le responsabilità, non dovrebbe essere fornita nessun tipo di protezione, nemmeno all'interno di monasteri, visto che ne va – anche in quel caso – del buon nome della chiesa, e mantenere una mela marcia dentro un convento è irriguardoso per la stessa , facendole perdere credibilità agli occhi dei fedeli, ma sopratutto agli occhi dei laici, che sovente usano pretesti discutibili per attaccarla nella sua globalità.
Michele Santoro e gli autori hanno avuto coraggio, certo un coraggio non facile, in tempi, dove la volgarizzazione e l’attacco politico, spesso è strumentale, e dove Marco Travaglio, con la consueta corrosività della sua penna, ha saputo dare un tocco di moderno laicato, rimanendo entro i confini di un corretto rispetto, nei confronti della chiesa e dei milioni di fedeli, che proprio grazie anche al video trasmesso dalla Rai, hanno avuto l'opportunità usare la propria ragione in modo libero e cosciente, senza per questo sentirsi all'angolo, sovente da partigianerie politiche irriguardose ed irriverenti.
Paradossalmente però, la chiesa sebbene non ne esca con le ossa rotte, non ne esce rafforzata, in quanto, le ragioni della ragione, in troppi momenti della trasmissione, hanno mostrato un certo arroccamento e una difficoltà nel mantenere le posizioni, sebbene conduttore e ospiti in studio, abbiano cercato di mitigare al massimo l'imbarazzo di Monsignor Fisichella, che forse avrebbe preferito trovarsi sicuramente altrove.

Marco Bazzato
01.06.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/